Cosa sono e dove si trovano I Canaloni del Torrente Farma?
I Canaloni del Farma sono una serie di gole e canyon che si estendono per circa 13 chilometri e fanno parte di un ambiente naturale prezioso tra le province di Grosseto e Siena. Rientrano nella zona del bacino idrografico del fiume Farma, oggetto di attenzione e protezione a garanzia della conservazione della flora, della fauna e degli eccezionali paesaggi.
Caratterizzati da alti versanti rocciosi, pareti verticali e strette gole scavate dall’azione erosiva del fiume nel corso di migliaia di anni. Rappresenta un vero paradiso per gli amanti della natura e del trekking.
Una delle caratteristiche più affascinanti dei Canaloni del Torrente Farma è la presenza di piscine naturali formate dall’acqua del fiume, precedute da numerose cascatelle, che offrono la possibilità di fare un rigenerante bagno fresco.
Ed è quello che abbiamo fatto noi, in una bella giornata di fine maggio, dove il fiume Farma era stato gonfiato dalle numerose piogge dei giorni precedenti e l’acqua era molto fredda!
La nostra giornata alla ricerca dei Canaloni del Farma
Se volete raggiungere i Canaloni del Farma e godere di questa meravigliosa area naturale, c’è una prima, fondamentale, regola da seguire: non fidatevi alla cieca delle indicazioni di Google Maps! Noi lo abbiamo fatto e trovarli è stato più difficile del previsto!
Da qualunque luogo dell’Italia arriviate, da qualunque paese inizierete il vostro viaggio, la strada sarà lunga, tortuosa e immersa in una natura lussureggiante (soprattutto in primavera). Attraverserete piccoli borghi medievali come Sassofortino, Roccastrada, Monticiano e Chiusdino (famoso per l’Abbazia di San Galgano), farete incontri (se siete fortunati), con animali selvaggi e avrete l’opportunità di guardare dall’alto la bellissima campagna grossetana.
La nostra avventura alla ricerca dei Canaloni del Torrente Farma, inizia in un parcheggio vicino a un piccolo cimitero. Da questo luogo il navigatore ci consigliava di continuare in auto in direzione di una stradina bianca dove in bella vista era presente un bel divieto di transito ai mezzi a motore! Forse, dopo questo suggerimento, avremmo fatto meglio a mettere in dubbio le sue indicazioni, e valutare la possibilità di cercare una nuova entrata, ma come potete immaginare…non lo abbiamo fatto.
Quindi, nonostante il parcheggio fosse stranamente vuoto, decidiamo di lasciare là la macchina. Scendiamo, prendiamo gli zaini e il nostro cane Tino e iniziamo a perlustrare i dintorni prima di incamminarci nella strada indicata.
L’Universo, come spesso accade, dopo pochi minuti ci invia alcuni messaggeri in sella a due moto che stavano cercando quello che stavamo cercando noi. Detto loro che ci saremmo incamminati in quella strada e che c’era da percorrere quasi 4 km a piedi, riceviamo come reazione, soprattutto da parte di uno dei motociclisti, un secco rifiuto a camminare per tutti quel tempo sotto il caldo e splendente sole di maggio.
“Ci deve essere un’altra entrata più vicina”, ci dice, “adesso chiamo la mia amica che conosce bene il posto, che saprà indicarmi la strada migliore!”.
Noi tre, ormai inebriati da tutto quel verde che ci circondava, dagli odori dei fiori, dal tepore che la nostra luminosa stella ci donava e dalla voglia di camminare all’interno di quel bosco, non ascoltiamo il messaggero nascosto dietro un casco (e l’Universo) e iniziamo la nostra passeggiata. Eravamo attrezzati e niente ci poteva fermare: scarpe da trekking, abbigliamento tecnico, pranzo al sacco e acqua in abbondanza.
Da subito ci accorgiamo che qualcosa non torna, il presunto e atteso bosco non c’era, eravamo circondati si da querce, castagni e tanto altro verde, ma la strada era “pulita” e niente ci faceva ombra. Ovviamente non ci guardiamo indietro e continuiamo a camminare, era una mattina assolata, ma la temperatura ancora molto gradevole.
Continuiamo a seguire le indicazioni di Google Maps, lo smartphone ha quasi sempre un buon segnale e ci fidiamo di quello che ci viene suggerito. Ad certo punto ci troviamo davanti una carcassa di una vecchia auto, presumibilmente degli anni 70/80. Girando per i boschi abbiamo l’abitudine di trovare rifiuti di ogni genere, ma una macchina così, ancora non ci era capitata.
L'arrivo ai Canaloni del fiume Farma
Finalmente, dopo circa 3 chilometri, prendiamo un bivio sulla destra che attraversa il bosco. Piccoli rigoli di acqua ci accompagnano lungo la discesa. É piovuto molto nei giorni precedenti, per la gioia di Tino, che ama bere l’acqua piovana direttamente dalle pozze.
Camminiamo per altri 15 minuti circa e la vegetazione si fa sempre più fitta, talmente fitta che ad un certo punto dubitiamo veramente di poter continuare. Ci facciamo largo tra le piante e dopo pochi metri iniziamo a sentire lo scrosciare delle acque delle cascatelle del Fiume Farma.
Eravamo sulla strada giusta!
Come detto, la pioggia era caduta davvero in grandi quantità e il rumore dell’acqua era così forte che ci siamo chiesti se avremmo trovato i Canaloni agibili. Avevamo una gran voglia di fare un bagno in quelle limpide acque e saremmo rimasti molto delusi se non fosse stato possibile.
Dopo altri 10 minuti di lotta tra i rovi e l’edera che coprivano il percorso, iniziamo a sentire le prime voci umane tra le “urla” del fiume e in poco tempo ci troviamo ad ammirare un meraviglioso paesaggio. Le diverse cascate formate tra le gole del fiume tra le rocce levigate, facevano cadere con forza tanta acqua, ma la serie di pozze scavate tra di esse, erano calme, limpide e invitavano al meritato tuffo!
Lo spettacolo è davvero incredibile e magico, ed è meglio far parlare le immagini che le parole.
Il bagno nelle piscine naturale del Torrente Farma
L’acqua del Torrente Farma era fredda, il sole ad un certo punto a iniziato a scherzare con noi e si nascondeva a tratti dietro a delle rigonfie nuvole bianche, ma non ci siamo fatti intimorire e abbiamo assaggiato con tutto noi stessi le pulite acque di questo fiume balneabile.
Vi lasciamo qualche foto a riprova, non soltanto di aver fatto il bagno, ma di quanto fosse fredda l’acqua. Guardate con attenzione la sequenza di foto di Patrizia, l’ultima è il momento esatto nel quale immerge tutto il suo corpo nel fiume. Cosa avrà voluto dire? 😀
Come sapete a noi non piace dare indicazioni su come arrivare nei luoghi che visitiamo e, a maggior ragione, non lo facciamo nemmeno questa volta. L’intento di questo blog non è raccontare di noi e di “come si arriva a…”, ma è quello di invitare le persone alla (ri)scoperta dell’avventura, alla curiosità di cose nuove che ogni essere umano ha naturalmente dentro di se e che, rinchiusi nei nostri uffici, nelle fabbriche, nelle mura di casa, tra i mille problemi reali e gli altrettanti virtuali, abbiamo dimenticato o nascosto. Perché di Posti Nascosti là fuori ce ne sono molti, ma forse ne abbiamo molti di più dentro di noi ed è giunta l’ora di scoprirli!
P.s. Dopo pochi minuti dal nostro complicato arrivo, vediamo sbucare i 4 messaggeri incontrati nel parcheggio. Ci spiegano che c’è un’altra entrata, dalla parte opposta della riva, molto più semplice, battuta e breve! Promettiamo che la prossima volta daremo più ascolto all’Universo e ai segnali che ci invia…oppure no!